Non sperare in un “colpo” fortunato
Ci sono milioni di persone che passano la vita a sperare in un “colpo” fortunato. Forse chi fa un colpo può avere un’occasione, ma i progetti migliori non dipendono dalla fortuna. E’ stato un caso a darmi la migliore occasione della mia vita, ma ci ho messo venticinque anni di impegno e determinazione per trasformarla in un vantaggio perpetuo.
La mia fortuna fu quella di incontrare Andrew Carnegie e di guadagnarmi la sua fiducia e collaborazione. Allora, lui mi inculcò l’idea di cercare di spiegare i princìpi del successo, integrandoli in una filosofia coerente. Migliaia di persone hanno sfruttato le scoperte che ho compiuto in questi venticinque anni di ricerca; inoltre, varie fortune finanziarie sono state accumulate grazie all’applicazione di tale filosofia. L’impulso era stato semplice: un’idea che avrebbe potuto avere chiunque.
La fortuna assunse l’aspetto di Carnegie, ma che dire della determinazione, della chiarezza di intenti, del desiderio di raggiungere l’obiettivo, della tenacia da me praticata per ben venticinque anni? Non poteva essere un normale desiderio di sopravvivenza alle delusioni, allo scoraggiamento, alle battute di arresto, alle critiche e al costante timore di “perdere tempo”. Era un desiderio ardente! Una vera ossessione!
Quando Carnegie mi instillò l’idea, la nutrii, la indussi a rimanere viva. Col tempo, sviluppandone la forza, la feci diventare gigante, finché non mi stimolò e non mi motivò a maggiori azioni. Le idee sono fatte così. All’inizio, si infonde loro vita e applicabilità pratica, poi prendono il sopravvento e abbattono ogni ostacolo.
I pensieri e l’immaginazione sono forze intangibili, immateriali, ma sviluppano un potere più forte di quello della mente che li ha originati. Hanno la capacità di sopravvivere anche dopo che il cervello che li ha ideati è tornato allo stato di polvere.
Tratto da:
Pensa e arricchisci te stesso
di Napoleon Hill