Cosa non vale la pena farsi sfuggire
E’ difficile oggi, o così sembra, rendersi conto di quante cose riguardo noi stessi ci lasciamo sfuggire, e di quanto questo sia nocivo in termine sia di salute fisica che di qualità della vita.
Ma soprattutto, ed è forse la cosa che più conta, ci lasciamo sfuggire l’importanza di poter cogliere al nostro interno (ma anche nel corpo stesso) un’infinità di risorse che superano spesso ciò che la nostra mente limitata e condizionata è stata educata ad immaginare.
(escluse naturalmente le fantasie di vario genere, che, invece di aiutarci a realizzare i nostri sogni, attraverso un’immaginazione focalizzata, ci alienano ancora di più dalla realtà e ci allontanano dalla possibilità di realizzare alcunché in questa vita).
Decidere di mettere in discussione ciò che sappiamo su noi stessi, impegnandoci ad osservare la mente, le emozioni ed il corpo in modo serio, onesto ma non giudicante, significa aprirsi un varco verso una nuova possibilità di vita.
Mettersi poi ancora più in gioco apprendendo e praticando tecnologie psicofisiche appositamente create per ripristinare uno stato ottimale del nostro sistema psicofisico (compromesso dalle abitudini poco sane e a volte anche poco “umane” – come i ritmi di lavoro ad esempio) significa fare un altro passo in avanti che conduce alla possibilità di risvegliare, sempre nel nostro sistema psicofisico, diversi tipi di potenziali in attesa di attivazione.
Per fare solo alcuni esempi:
– un corpo più sano, agile, giovanile e longevo.
– un mondo emotivo libero dalla negatività cronicizzata e libero di vivere il piacere senza sensi di colpa.
– una mente più concentrata, vigile, capace di analizzare le situazioni in modo più oggettivo, ma anche in grado di “vedere oltre” ed esprimere un grande potenziale creativo, idee innovative, soluzioni nuove a problemi vecchi.
E’ possibile poi “osare” ancora di più, e continuare un lavoro su di sé che miri a scoprire la propria vera natura, profonda, dal quale scaturisce spontanemanete il grande serbatoio di energia che, proprio perché vero, autentico, ci spinge naturalmente all’espressione nella vita di ciò che davvero siamo.
E questa realizzazione è l’unica che può fornire una felicità duratura, non condizionata da oggetti o persone esterne, né da risultati specifici.
Ecco, non accorgersi di tutto questo, di questa grande possibilità, lasciando che la vita scorra senza la nostra attenzione, senza la nostra voglia di “partecipare ad essa”…è un vero peccato.
Un peccato che non viene punito da qualche Dio, né da la legge.
Un peccato che diventa una punizione autoinflitta.
Senza senso insomma.
Ma con grandi e oggettive ripercussioni…