Questione di Punti di Vista
Un punto di vista è molto di più di ciò che sembra.
Un punto di vista comporta pensieri di un certo tipo, emozioni ad essi collegati e perfino posture e gesti specifici.
Il punto di vista è una sorta di io, con una personalità specifica.
Spesso non ce ne rendiamo conto, ma cambiamo spesso centro, anche nella stessa giornata, e a volte in pochi istanti.
Interessante è il caso delle cosiddette personalità multiple: individui che contengono diverse personalità, ognuna con idee e comportamenti caratteristici, a volte diametralmente opposti.
E’ un esempio raro (oltre che patologico) e comporta non pochi problemi in chi vi è coinvolto in prima persona visto che spesso una personalità non è cosciente dell’altra e il “cambio” avviene in modo improvviso e non volontario.
Sembra che ci siano stati casi nei quali accadeva perfino che se il soggetto, ad esempio, si ubriacava mentre era una personalità, col cambiamento la sbornia passava all’istante perché l’altra, in effetti, non aveva bevuto!
Ancora più incredibili sono casi dove, sembra, se una personalità aveva un ematoma in un punto del corpo questo spariva al cambio.
Questi ovviamente sono casi estremi e soprattutto comportano non pochi problemi, ma evidenziano anche una possibilità interessante e straordinaria del nostro cervello.
Ci informano cioè che, potenzialmente, potremmo all’istante spostare il nostro punto di vista e, magari, guarire da una malattia, oppure avere successo laddove di solito falliamo.
Ma ci basta osservare come, anche se in modo meno estremo, anche noi non volontariamente tendiamo ad assumere comportamenti diversi in diverse situazioni, o quando assumiamo ruoli diversi (pensiamo, parliamo e ci muoviamo in un certo modo se ci troviamo all’interno di un gruppo di cui siamo leader e pensiamo, parliamo e ci muoviamo in modo completamente diverso se il giorno dopo ci troviamo al cospetto di un superiore di cui temiamo l’autorità, per esempio).
Questo significa che se ci sembra inverosimile guarire o modificare un nostro “difetto”, in realtà sappiamo inconsciamente già come fare.
In fondo, quando attraverso una terapia siamo guariti, o con un lavoro mirato siamo riusciti a cambiare dei comportamenti abituali, ci possiamo davvero rendere conto del fatto che pensiamo, parliamo e ci muoviamo in modo diverso rispetto a prima del cambiamento.
Quindi, che ci siano voluti anni o mesi, di fatto abbiamo cambiato punto di vista.
Allora è possibile imparare ad accedere a stati di coscienza più profondi che accelerino il processo?
E’ possibile eliminare la convinzione limitante che ci vogliano anni per cambiare o che addirittura non ci riusciremo mai, che non possiamo?
E la convinzione falsa per cui la mente non può influenzare il corpo così in profondità da guarirlo senza l’intervento di farmaci?
Il punto è che non siamo consapevoli di questo.
Di fatto non siamo consapevoli neanche del fatto di avere tanti io, tanti diversi punti di vista da cui guardiamo noi stessi e il mondo e che ci fanno pensare, parlare e muoverci in modi diversi.
Siamo ciò che pensiamo.
Solo che finché non troviamo in noi un “centro direttivo” non possiamo riconoscere né tanto meno gestire i nostri diversi punti di vista.
Allora il prima passo è trovare un punto di vista per così dire imparziale, un osservatore che si accorga di chi, in noi, sta osservando in quel momento la situazione: il marito? Il capo? Il bambino impaurito? Il moralista? Il ribelle? O quale altro “personaggio”?
Così, smascherando la nostra personalità del momento, potremmo liberarci da lei e, successivamente, scegliere come e quando utilizzarla.
Perché per muoversi nella vita occorre muoversi tra i punti di vista, nostri e degli altri.
Ma a quel punto siamo noi a scegliere.
Il che non è poco.