La crisi dei Valori
E’ ormai indiscutibile che il mondo in cui viviamo stia attraversando un periodo di crisi e, come sottolineano spesso i media o vari analisti o pensatori, essa riguarda vari aspetti della vita.
Si parla di crisi economica, ambientale, energetica, socio-culturale etc.
Ma analizzando la situazione con più attenzione, si può individuare un denominatore comune, un fattore che, come ha ben evidenziato Ervin Làszlò (esperto in filosofia della scienza e della teoria dei sistemi), si situa per così dire alla fonte, e cioè il fatto che tutte le crisi discendono a cascata dalla vera e unica crisi: la crisi dei valori.
Questa indica la perdita, da parte dell’essere umano, del contatto con se stesso e con ciò che essenzialmente lo caratterizza in quanto essere umano.
Secondo un pensiero che ha origini antiche ma viene riportato a galla recentemente dall’approccio Umanistico-Esistenziale, nella sua natura l’essere umano ha qualità positive, buone, legate alla ricerca di armonia con gli altri e con l’ambiente.
Possiede, cioè, una sorta di Etica Interiore innata e universale, che non risente delle specifiche tendenze socio-culturali del proprio luogo di nascita ma che, invece, è facilmente distorta quando un ambiente non in sintonia con tale Etica ne frustra la libera espressione e il libero sviluppo verso l’auto realizzazione e lo spontaneo senso di appartenenza, condivisione e altruismo.
Quindi un contesto che favorisca lo sviluppo spontaneo di tale natura, attraverso leggi adeguate e iniziative sociali basate più sul “tirar fuori” (educare) che sull’imporre possono favorire la crescita armonica dell’individuo che, in quanto mattone essenziale della Società, andrà insieme ad altri a costituire una Società più saggia e sensibile.
Esiste però una modalità ulteriore e complementare per creare un circolo virtuoso di interazione individuo-ambiente che è quello di crescere in consapevolezza riguardo se stessi e il proprio ruolo nel mondo.
Quindi servizi che offrano l’occasione al cittadino per imparare ad essere oltre che a sapere e fare.
E anche essere con l’altro, con gli altri e con l’ambiente, secondo una visione Sistemico-Olistica che, riprendendo ancora spunto da Làszlò, ri-attualizza attraverso un Nuovo Paradigma Scientifico ciò che in culture tradizionali antiche era quasi dato per scontato: nessuno è separato, siamo tutti interrelati e costituenti un unico sistema fatto da individuo-gruppo-ambiente.
Perché questo sistema sopravviva ogni elemento ha importanza, nonché la struttura in cui tutti gli elementi sono organizzati.
E soprattutto l’omeostasi, l’equilibrio fra mantenimento del sistema e rinnovamento, in un dinamico e armonico scambio fra interno ed esterno.
In termini pratici questo poteva essere sperimentato anticamente in tutti quei rituali che scandivano i passaggi essenziali della vita, il Cerchio come incontro fra individui, la Celebrazione condivisa, la scelta ponderata di come costruire senza rompere l’equilibrio dell’ambiente.
Ora è chiaro che nel mondo contemporaneo non è più possibile vivere esattamente come allora (e neanche auspicabile).
I pochi soggetti che costituivano un villaggio ora corrispondono alle migliaia di persone che vivono in città.
Però quella della Tribù è una buona metafora ed offre spunti pratici per poter creare occasioni specifiche nel quale riprendere ciò che si è perso.
Non certo per tornare indietro, ma per andare avanti verso il futuro senza rischiare l’alienazione, l’oblio dalla condizione prima ed essenziale di esseri umani.
Come un albero deve andare avanti nella crescita per portare dei frutti, così la nostra Società deve andare avanti ma, proprio come l’albero, dimenticando le radici profonde ci si può aspettare solo la morte.
Ritornando al principio di questo discorso:
Riappropriandosi dei valori essenziali, delle radici profonde dell’essere umano in quanto tale ( come ad esempio la fiducia e la gioia per la vita – prima dei ruoli e dei simboli che pongono differenze di valore – la condivisione, la celebrazione, il senso di responsabilità per sé e per gli altri, la consapevolezza di abitare “sotto un unico cielo”), la società odierna avrà linfa vitale per crescere e portare frutti buoni nei vari rami che la compongono, dall’economia alla formazione, dalla sanità all’ambiente e così via.
Portare alla luce il cuore della crisi odierna e affrontarla con la sincera voglia di superarla, è una grande possibilità.
Perché riguarda l’essere umano in quanto tale, e di essere umani è fatta una società.
Talmente ovvio che ce ne stiamo dimenticando!