Bisogni, Doveri e Libertà
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Anche oggi ti scrivo su un tema spesso sottovalutato nel mondo della Ricerca Interiore e Spirituale.
Ancora di più per certi versi quando si parla di Magia o Filosofia Iniziatica.
Sto parlando dell’importanza di lavorare sulle proprie emozioni e in particolar modo sui bisogni emotivi con i quali inevitabilmente abbiamo a che fare nella nostra vita quotidiana.
Magari siamo in grado di praticare la nostra sadhana di Yoga o la nostra Meditazione “speciale”.
Oppure passiamo ore a leggere testi filosofici ed esoterici.
O ancora abbiamo potuto officiare o partecipare a rituali antichi e potenti…
…e poi la mattina perdiamo il controllo emotivo perché qualcuno ci taglia la strada con l’auto, o troviamo il passaggio a livello chiuso o la fila per lavori in corso proprio oggi che siamo già in ritardo per un appuntamento.
Oppure ci innervosiamo perché la doccia non è calda come la vorremmo, o gli incassi non sono quelli che ci aspettavamo, il partner non soddisfa le nostre aspettative o, semplicemente, siamo nervosi o ansiosi e non riusciamo neanche a capire il perché.
Questo nel migliore dei casi.
Cioè: nel migliore dei casi avviene in una giornata “no”.
Però non è raro che invece, a parte quei momenti “speciali” di pratica intellettuale, interiore o spirituale, la vita e il lavoro siano un tirare avanti per forza di inerzia.
Certo, magari è proprio grazie a quei momenti speciali che abbiamo la forza di tirare avanti.
Meglio di niente.
Però capisci che così si tratta di scambiare “l’ora d’aria” per uno stato di libertà?
Ora non dico che dobbiamo per forza, nello strambo mondo di oggi, avere una vita in cui il 100% del tempo è fatto di piacere e aria leggera.
Però tanto più siamo imprigionati dalla vita quotidiana e dal lavoro tanto meno possiamo parlare di libertà.
E’ importante accorgersi che di solito siamo presi in trappola da un lato dai “doveri” di cui in fondo non capiamo bene perché siano tali e chi l’abbia deciso; dall’altro dai nostri bisogni-dipendenze emotive (e non solo, anche quelle fisiche come droghe, alcool, ma anche zucchero etc.) che ci consumano energia e non ci permettono di acquisire quella padronanza di noi stessi che è l’unica vera fonte di potere.
Sono due lati della stessa medaglia.
E attenzione perché a volte quel senso del dovere di cui sopra riesce perfino a prendere il sopravvento sulla dipendenza ingannandoci.
Si tratta di quei casi in cui, per superare dipendenze e bisogni, ci impegniamo in modo “ascetico” sottoponendoci di forza a diete, esercizi, disciplina ferrea.
Riuscendo così a toglierci anche quel briciolo di piacere fugace del “vizio” e facendoci male ulteriormente giudicandoci e violentandoci.
Ecco che in questo modo non superiamo mai la schiavitù dei bisogni come non riusciamo mai a vivere una vita nel…piacere.
E l’essere umano mediamente è così condizionato a pensare che una vita nel piacere sia impossibile (se non addirittura peccaminosa) che arriva a pensare che l’unica soluzione è accontentarsi di quelle briciole di sollievo che arrivano.
Oppure, come dicevamo, con quelle “ore d’aria” più o meno esoteriche e spirituali.
Occorre in realtà un lavoro su di sé quotidiano.
Un lavoro però che non sia come detto prima il sottoporsi forzatamente ad accanite azioni di disciplina imposta (e spesso neanche capita).
Un lavoro che fondi in modo armonico volontà e amorevolezza.
Una decisa ma non rigida disciplina costante e…consapevole.
Si, proprio così.
Il punto di partenza e la chiave di volta è la consapevolezza.
Osservarsi quotidianamente e imparare a sentire quando siamo vittima di un bisogno-dipendenza e quando invece stiamo sentendo un reale desiderio di qualcosa che ci può essere utile.
Riconoscere quando il senso del dovere che ci muove è solo un’inconscia voce moralista che ci tiene in pugno oppure una reale consapevolezza che quella cosa “va fatta” secondo i nostri codici etici che sono supportati da un sincero sentire cardiaco.
Sorvolare sulle emozioni quotidiane e in particolar modo sui bisogni che costantemente emergono significa “raccontarsela” e non poter accedere ad un vero piacere.
Quella del piacere può diventare una vera e propria Arte, come ci insegna la visione Tantrica.
Ma occorre partire da una sincera auto-osservazione e da una graduale emancipazione dai bisogni-dipendenze che non sia però repressione e rinuncia priva si comprensione.
Questo lo puoi fare…da ora.
Se ti osservi durante il giorno, se lo fai con onestà, potrai pian piano riconoscere chiaramente quando a muovere le tue azioni siano dei bisogni impulsivi di cui non hai controllo oppure un sincero desiderio costruttivo; quando è il senso del dovere interiore e quando invece una costrizione morale di cui non condividi davvero il senso.
Fallo per diversi giorni e scoprirai molte cose, su di te e sul funzionamento dell’essere umano in generale.
Buona pratica!
Andrea
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