L’ESSERE E LA PERSONALITA’, LA TECNICA E CHI LA USA – Terza e ultima parte
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E’ possibile trasformare quelli che sono fugaci momenti “perfetti”, di pienezza e vero senso di esistenza, in una condizione naturale?
La risposta a questa domanda non solo è positiva, ma è stata data fin dagli albori dell’umanità e da allora sono stati creati interi sistemi per farlo.
Allora, perché le cose per la maggior parte della gente non sembrano cambiare più di tanto e il contatto con la propria vera natura rimane un raro incontro “accidentale”?
Rispondere davvero e fino in fondo a questa domanda richiederebbe migliaia di pagine e probabilmente finirebbe per diventare una mera speculazione intellettuale.
E questo fatto, in realtà, è già parte della risposta.
Allora, pur sapendo che il tema è infinito e non si esaurisce in poche righe, credo però che poche, pochissime parole possano in realtà, da sole, rappresentare una porta d’accesso alla risposta:
Diamo più valore al miglioramento della personalità esterna che alla ricerca del nostro vero Io e, quando facciamo l’inverso, spesso finiamo per fare una ricerca intellettuale o fideistica.
Il che significa che, a prescindere dal fatto che cerchiamo di ottenere qualcosa di materiale o di spirituale, finiamo sempre per confondere la tecnica per chi la usa.
E quindi non ci dedichiamo davvero alla ricerca del nostro potenziale interiore ma piuttosto a proteggerci da ciò che può cambiare le cose.
E così finiamo per relegare la ricerca di sé a qualcosa di “eccezionale”, un optional che, naturalmente, sarà messo in secondo piano quando vivremo momenti di difficoltà.
Questo perché nessuno ci ha detto che contattare l’Essere significa risvegliare un potenziale incredibile che ha oggettive capacità creative ed operative.
Ogni grande uomo o grande donna sa per esperienza diretta che è da dentro che possiamo cambiare le cose “fuori” e che tutti i nostri limiti sono soltanto scelti e mantenuti da noi stessi.
Nel lavoro, nello sport e in ogni ambito della vita personale o professionale, chi esce dalla condizione ordinaria e omologata è proprio chi ha colto questa verità e ha investito tempo ed energia a trovare la forza celata al proprio interno.
Per quanto si possa tendere a diventare, attraverso una tecnica, una macchina perfetta…
…niente potrà portarci ad entrare davvero nella perfezione.
Perché la perfezione esiste. Ma è uno stato di coscienza.
Non può esistere una tecnica perfetta.
Ma solo un modo perfetto di usarla.
E quella perfezione, che è eccellenza, è una qualità di CHI usa la tecnica.
Ecco la differenza principale fra Essere e personalità.
La seconda si può migliorare e per farlo occorre un continuo lavoro (altrimenti peggiora).
Il primo, l’Essere, non si può né migliorare né peggiorare.
L’Essere E’ e, quando si esprime attraverso la personalità, lo si può cogliere dietro il gesto perfetto, lo sguardo profondo, il sorriso sincero, il pianto commosso, e in infiniti altri luoghi.
Al contrario di quello che si pensa, la ricerca di Sé ci conduce ad ottenere un potere nell’azione che nessun essere focalizzato solo sulla personalità potrà mai ottenere.
E questo è il più celato dei segreti.
Almeno oggi, nel mondo che ci troviamo di fronte.