Il Tamburo: Carro, Compagno di Viaggio, Arma, Maestro di Vita.
Il Tamburo, la cui pelle sonante è ciò che, parafrasando un indovinello catalano riguardante un altro strumento (il Corno), da “vivo” taceva e da morto può gridare.
Il Tamburo, non solo strumento musicale ma anche e soprattutto, per chi lo sa ascoltare, “mezzo di trasporto”, Ponte o Cavità e Porta d’accesso a tutti i Mondi.
Il Tamburo, custode del Ritmo, essenza degli Dei, richiamo per gli stessi.
Ritmo che può risanare, consolare, far tremare o perfino uccidere.
Ritmo del nostro Cuore, del nostro Respiro e di tutti i Cicli della manifestazione.
Nel Tamburo silenzioso tutti i suoi suoni possibili sono lì presenti, contemporaneamente (e se ascolti bene puoi sentire l’Unico Suono che emette come sottofondo, esattamente come l’OM, Verbo Primordiale).
A seconda di come batti, da quell’Unico Suono ne emergono suoni specifici, di diversa altezza e intensità.
E questo vale per ogni strumento musicale, incluso il più misterioso e complesso: la nostra Voce che è, in realtà, il nostro Corpo “battuto”, il nostro Corpo come Tamburo da far vibrare.
Come lo batti, esso risponde.
Come la Vita.
La Vita risponde a seconda di come la contatti.
Come le persone.
Le persone ti rispondo in base a come le stimoli.
Il Tamburo, allora, è Carro, Compagno di Viaggio, Arma, Maestro di Vita.
Saperlo suonare (e prima ancora ascoltare) significa anche comprendere come “suonare” noi stessi, la Vita, gli altri, l’Ambiente.
Servono Musicisti.
Un tempo e in alcune culture, Musicista e Mago (o Sciamano) erano sinonimi.
Dal Diario di uno Stregone Errante